giovedì 28 luglio 2011

Siti di lavoro e social network

Ormai praticamente tutti i siti di lavoro si stanno lanciando con la creazione di comunity sui principali social network.

Ottimo: nuove forme di comunicazione al servizio delle aziende e dei candidati per favorire il più possibile l’incontro fra domanda ed offerta di lavoro.

Più che allargare il bacino, l’intento dovrebbe essere riuscire a trovare canali migliori per scovare i giusti candidati che con i media consolidati non si riescono a coinvolgere.

Questo sulla carta.

Poi nella realtà si trovano pagine Facebook nate con l’intento solo di attrarre utenti fornendo loro servizi non personalizzati, generici e inutili per i fini sopra menzionati. Perché inserire nella bacheca della pagina sul social offerte di tutti i tipi se l’utente può già crearsi un alert personalizzato sul sito di lavoro? Leggere tutte le offerte indifferenziate è solo inutile perdita di tempo!

Qual è allora il motivo che spinge questi siti a creare proprie FanPage su Facebook e account su LinkedIn e Twitter, se poi non fanno altro che replicare le stesse cose (con servizi peggiori perlatro) già presenti sul loro sito?

L’idea che mi sono fatto è che questi siti vogliano semplicemente farsi belli agli occhi dei loro clienti affermando così di essere sui nuovi media, quindi sono siti all’avanguardia, al passo con i tempi.

Invece non è assolutamente così: media nuovi significa anche modalità di comunicazione nuove. Non si può prendere una piattaforma totalmente nuova e utilizzarla come una vecchia!  O la si utilizza adeguandosi a nuove forme di comunicazione o l’operazione è totalmente controproducente.

Social Media Recruiting in Italia è ancora un concetto presentato per farsi fighi, ma ad oggi forse solo un paio di consulenti sono in grado di farlo con una buona probabilità di successo.

Tutti gli altri cavalcano l’onda della curiosità di recruiter poco informati che vengono così “raggirati” da soluzioni e trovate totalmente inutili che, se ben confezionate, fanno credere di essere la nuova forma di reclutamento del domani.

Non sto dicendo che tra non molto il recruiting passera anche dai social network, dico solo che passerà attraverso diverse forme di comunicazione e diversi sistemi per dare visibilità alle offerte e ai candidati.

Il mondo si evolve, servono occhi e menti aperte!!!!!

martedì 26 luglio 2011

Come trovare lavoro, siti di lavoro e social network

Che in Italia non si sappia come trovare lavoro, ormai è un dato di fatto.



Di solito lo si motiva con il fatto che il cosiddetto "Mercato del Lavoro" è regolato da leggi piuttosto giovani e che quindi non sia ancora maturo.



Anche se la legge Treu risale ormai al 1997, l’ipotesi è verosimile, avvalorata dal fatto che con la cosiddetta Legge Biagi, le regole sono ancora cambiate, confondendo ancora di più chi cerca occupazione.



Nonostante queste leggi ci equiparino alle più progredite forme di mercato del lavoro, in Italia restano ancora diffuse arcaiche modalità di ricerca. Infatti più di due lavoratori su tre trovano occupazione grazie a contatti diretti. Una volta era il passaparola di paese, adesso sembra essere progredito in network online.



Nuove forme di comunicazione per vecchie strategie di ricerca.

mercoledì 13 luglio 2011

Lavoro ai giovani sotto i 30 anni: tutti a cercare lavoro!

Lavoro per 64.000 giovani sotto i trent’anni tra luglio e settembre.

In Italia.

Solo questo potrebbe far saltare sulle sedie molti precari e inoccupati dello stivale.

Ma c’è di più: sempre nel periodo luglio-settembre sarebbero ben 162.600 i nuovi assunti , di cui 107.000 con contratto non stagionale che diventeranno poi contratti a tempo indeterminato per 46.000 persone.

A dichiararlo è una rilevazione effettuata dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro in base alle dichiarazioni di assunzione delle aziende per il terzo trimestre di quest'anno.

Potremmo anche fermarci qui, senza entrare troppo nei numeri per perdere il senso di questi dati: sembre che uno spiraglio ci sia, e il fatto che questa informazione non sia stata strumentalizzata da nessuna parte politica sembrerebbe confermare la bontà dei dati.

A questo punto il prossimo passaggio è quello di preparare un buon curriculum vitae, visitare i maggiori siti di lavoro e cominciare a proporsi con intelligenza alle aziende.

Tra i siti di lavoro infatti si  vede un certo fermento, molte aziende sembrano ancora attive, e cercano i migliori talenti prima della pausa estiva.

Speriamo che quest’anno le vancanze le dobbiamo perdere perché impegnati in colloqui!!!!




giovedì 7 luglio 2011

Trovare lavoro: cosa non fare per trovare lavoro

Ieri per puro caso stavo facendo uno screening di cv arrivati per una ricerca di personale.

Accade assai di rado che me ne occupi io, per cui non sono assuefatto a modalità e proposizioni fuori luogo e inutili.

Di sicuro tutti sono motivati da buone intenzioni o ragionevoli motivazioni. Difficilmente si è mossi dall’ignoranza, per quanto il mercato del lavoro italiano debba ancora crescere molto di consapevolezza.

Per cui riflettendo ho pensato che in molte bacheche online o su diversi manuali si leggono consigli su cosa fare per trovare lavoro, ma più raramente sono evidenziate le cose da non fare per trovare lavoro.

Probabilmente alcune persone che leggono i consigli su come trovare lavoro, non trovano le loro metodologie, per cui pensano che la loro sia una modalità di candidatura alle inserzioni alternativa e sconosciuta ai più, tanto che tendono ad adottarla pensando di essere gli unici a proporsi in quel modo.

lunedì 4 luglio 2011

Video Curriculum addio?

Era la moda di qualche anno fa. Adesso sembra però tramontato.

Il Videocurriculum.

Una bella cravatta, faccia pulita e lì, davanti ad una webcam del pc a cercare di raccontarsi.

L’idea è buona.

Ben presto però si è scontrata con necessità oggettive.

La prima: i tempi.

Un video per definizione per essere valutato va guardato. E guardarlo, magari con attenzione, ci vuole tempo.  In fase di prescreening sarebbe impensabile, ma anche in una fase successiva risulta sempre inadeguato: ipotizziamo che un selezionatore abbia valutato positivamente un candidato leggendo il suo cv cartaceo e vorrebbe incontrarlo per un colloquio. Avendo a disposizione un Videocurriculum può già farsi un’idea di chi è. Vero. Ma qui si incontra il secondo problema.

Capacità realizzative.

Si perché se un candidato è anche bravo di suo, ma inesperto su come inquadrarsi, che sfondo impostare dietro di lui, cosa dire e come dirlo, rischia veramente di fare flop.  Tenendo conto di tutto ciò il selezionatore di turno opterà per chiamare il candidato comunque. Per cui la visione del Videocurriculum risulta quasi inutile. Quasi, perché comunque un’idea il selezionatore se l’è fatta lo stesso.

Senza entrare troppo nei dettagli di altre sfaccettature, il Video Curriculum ha piano piano perso di slancio ed ora è pressoché inutilizzato.

Meglio la classica foto sul cv, o la foto su LinkedIn.

Oppure, se proprio non si vuole prendere il rischio di un colloquio si procede con Skype, sempre più utilizzato negli incontri per profili qualificati: difficile che per un colloquio un selezionatore convochi un candidato molto distante: meglio fare due chiacchiere su Skype così da abbattere le distanze. Se poi si procede oltre, allora si continua in modo un po’ più classico.

Stiamo ancora cercando il miglior formato curriculum.

Nel frattempo: Videocurriculum addio?